Perché i marketplace stanno richiedendo l’EPR
Fino a qualche anno fa i marketplace non si preoccupavano troppo di come venissero gestiti gli imballaggi, i rifiuti elettronici o le batterie vendute dai loro seller.
L’EPR ha cambiato completamente le carte in tavola: oggi le piattaforme online non sono più semplici intermediari, ma vengono considerate parte attiva nella gestione degli obblighi ambientali.
Le nuove regole europee
Dal 2023 l’Unione Europea ha introdotto norme più rigide sulla responsabilità ambientale dei prodotti venduti online.
Secondo queste regole, se un venditore non rispetta gli obblighi EPR — ad esempio registrarsi nei paesi richiesti o pagare i contributi ambientali — la responsabilità può ricadere direttamente sul marketplace.
In pratica: *se il seller non è in regola, la piattaforma ne risponde al suo posto*.
E ovviamente Amazon, eBay, TikTok o Decathlon non hanno alcuna intenzione di prendersi questo rischio.
Marketplace come “produttori” agli occhi della normativa
Anche se non producono fisicamente nulla, molti marketplace vengono classificati dalla normativa europea come “produttori” o “importatori” indiretti.
Questo succede perché:
- mettono a disposizione la piattaforma di vendita
- facilitano le transazioni
- spesso gestiscono parte della logistica (come nel modello FBA di Amazon)
Se un prodotto genera un rifiuto (imballaggio, elettronica, batterie), e il venditore non ha adempiuto agli obblighi EPR, la legge può considerare la piattaforma corresponsabile.
È per questo che oggi i marketplace chiedono ai seller i numeri EPR prima di permettere la vendita in determinati paesi.
Come cambia per chi vende cross-border
Per chi vende oltreconfine in Europa, il cambiamento è significativo.
Prima bastava aprire un account marketplace e spedire i prodotti.
Ora, invece, i venditori devono:
- registrarsi in ogni paese in cui generano rifiuti (es. spedizioni in Germania → EPR tedesco)
- ottenere numeri EPR diversi per ciascuna categoria (packaging, WEEE, batterie)
- caricare questi numeri dentro le piattaforme di vendita
In mancanza di questi requisiti, i prodotti possono essere bloccati o rimossi dal marketplace senza preavviso.
La logica è semplice: i marketplace stanno solo proteggendo sé stessi, applicando in modo rigido una normativa che non lascia spazio a interpretazioni.
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Cos’è l’EPR e perché riguarda anche chi vende online
L’EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) è una normativa europea che stabilisce un principio molto semplice:
chi immette un prodotto sul mercato deve occuparsi anche del rifiuto che quel prodotto genererà, che si tratti dell’imballaggio, di un dispositivo elettronico o di una batteria.
Per chi vende online, questo significa che non basta spedire un prodotto: ogni venditore è responsabile dei rifiuti che crea nei paesi in cui arriva la merce.
Ed è proprio qui che entrano in gioco i marketplace: prima permettevano di vendere liberamente; oggi devono verificare che ogni seller sia in regola con l’EPR nei paesi in cui spedisce.
Se vuoi una spiegazione completa di come funziona la normativa, quali categorie coinvolge e come cambiano gli obblighi da paese a paese, puoi leggere la nostra guida approfondita:
👉 Responsabilità Estesa del Produttore (EPR): guida completa
Quali marketplace richiedono l’EPR oggi
Negli ultimi due anni quasi tutti i principali marketplace europei hanno introdotto controlli specifici sull’EPR.
Alcuni lo fanno già in fase di attivazione dell’account, altri inviano comunicazioni improvvise chiedendo ai venditori di caricare i numeri entro una data precisa.
Di seguito una panoramica dei marketplace più attivi nei controlli.
Amazon
Amazon è stato il primo ad applicare in modo sistematico la normativa EPR, soprattutto in Germania e Francia.
I venditori ricevono notifiche tramite Seller Central e, se i numeri non vengono caricati, Amazon può bloccare gli ASIN interessati o impedire la creazione di nuovi prodotti.
Per molte categorie (imballaggi, elettronica, batterie) l’inserimento del numero è ormai obbligatorio.
eBay
Anche eBay ha introdotto una sezione dedicata alla conformità EPR, con richieste molto simili ad Amazon ma spesso con tempistiche più flessibili.
In caso di mancato caricamento dei numeri, eBay può rimuovere le inserzioni nei paesi interessati e limitare le attività del venditore.
TikTok Shop
TikTok Shop, piattaforma recente ma in forte crescita, ha iniziato a richiedere ai venditori numeri EPR validi per operare in Europa.
Alcune categorie (come cosmetici ed elettronica) sono particolarmente monitorate, e l’assenza dei numeri può portare a blocchi immediati dei prodotti.
Decathlon Marketplace
Decathlon, che permette la vendita tramite seller esterni in vari paesi europei, sta applicando controlli sempre più rigidi.
Molti venditori hanno iniziato a ricevere comunicazioni formali in cui viene richiesto di fornire i numeri EPR entro pochi giorni, pena la sospensione della vendita.
È uno dei marketplace meno “pubblicizzati” in questo senso, ma tra i più severi nei controlli.
ManoMano, Cdiscount, Zalando e altri operatori europei
Anche marketplace come ManoMano (bricolage), Cdiscount (generalista francese) e Zalando (moda) hanno implementato sistemi di verifica EPR.
Ogni piattaforma ha il proprio pannello, ma la logica è sempre la stessa: se vendi in un paese dove l’EPR è obbligatorio, devi caricare i numeri prima di continuare a operare.
Hai paura di sbagliare con l'EPR?
Obblighi EPR per chi vende nei marketplace
Gli obblighi EPR non cambiano in base alla piattaforma utilizzata: che tu venda su Amazon, eBay o Decathlon, ciò che conta è in quali paesi arrivano i tuoi prodotti.
Il marketplace si limita a controllare che tu abbia fatto tutto correttamente, ma la responsabilità rimane sempre tua come venditore.
Di seguito gli obblighi principali che ogni seller deve conoscere.
Registrazioni necessarie
Prima di poter vendere in un paese europeo, devi registrarti negli appositi registri nazionali.
Ogni paese ha i suoi sistemi e spesso anche nomi diversi: Germania usa LUCID per gli imballaggi, Francia usa i sistemi delle eco-organizzazioni, e così via.
La registrazione serve a comunicare che stai immettendo prodotti nel mercato e che ti farai carico della gestione dei rifiuti generati.
Numeri identificativi da ottenere
Una volta registrato, il paese ti rilascia uno o più numeri EPR, che possono riguardare:
- imballaggi
- apparecchiature elettriche ed elettroniche (WEEE)
- batterie
- talvolta categorie più specifiche, come mobili o prodotti tessili
Questi numeri devono essere caricati all’interno dei marketplace per dimostrare che sei in regola.
Senza di essi, la piattaforma è obbligata a limitare o bloccare la vendita.
Scelta dei sistemi collettivi
Per ogni categoria di rifiuto devi scegliere un **sistema collettivo** (o eco-organizzazione).
Sono enti che si occupano materialmente della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti al tuo posto.
Il venditore paga un contributo ambientale, che varia in base alla quantità e al tipo di prodotti venduti.
La scelta del sistema collettivo è fondamentale perché determina costi, obblighi di report e modalità di gestione della conformità.
Report annuali
Quasi tutti i paesi richiedono una dichiarazione annuale delle quantità immesse sul mercato.
In alcuni casi la dichiarazione è trimestrale o semestrale, ma la logica non cambia: devi comunicare al sistema collettivo quanta merce hai venduto e quanto rifiuto hai generato.
Questi report sono obbligatori, anche se vendi poco.
Se non li invii, rischi sanzioni amministrative o la revoca del numero EPR.
Cosa succede se non fornisci i numeri EPR ai marketplace
La normativa EPR non lascia molto spazio all’improvvisazione: se non sei in regola, i marketplace sono obbligati a intervenire.
Negli ultimi due anni le piattaforme hanno iniziato a farlo in modo estremamente rigoroso, spesso senza margine di trattativa e con tempistiche molto strette.
Ecco cosa può succedere se non carichi i numeri EPR richiesti.
Blocchi del catalogo
Il primo segnale è il blocco di alcuni prodotti.
Amazon, ad esempio, può disattivare gli ASIN collegati a categorie che richiedono l’EPR (imballaggi, elettronica, batterie).
In pratica i tuoi prodotti restano online ma non sono acquistabili.
Dal punto di vista del venditore è come essere invisibili: le vendite si azzerano da un giorno all’altro.
Annunci rimossi
Altri marketplace, come eBay e Decathlon, scelgono una strada più drastica: rimuovere direttamente le inserzioni.
Non si tratta di una penalizzazione temporanea, ma di una vera e propria cancellazione nei paesi dove l’EPR è obbligatorio.
Finché non carichi i numeri, non puoi rimettere in vendita quegli articoli.
Sospensione account
In casi più seri — ad esempio seller che ignorano ripetutamente le comunicazioni — le piattaforme possono arrivare alla sospensione dell’intero account venditore.
Non è una misura comune, ma può accadere quando il marketplace ritiene che l’assenza dei numeri rappresenti un rischio normativo troppo elevato.
Marketplace che pagano l’EPR al posto tuo (Amazon Francia/Spagna)
Alcuni marketplace hanno adottato un approccio ancora più diretto.
In Francia e Spagna, ad esempio, Amazon può pagare l’EPR al posto tuo e poi addebitarti i costi.
Non è una multa, ma un “servizio obbligatorio”: Amazon anticipa i contributi ambientali perché la legge francese glielo impone, e successivamente li trattiene dal tuo saldo venditore.
Questo comporta due problemi:
- potresti pagare molto più del necessario, perché il contributo stimato dal marketplace non è personalizzato
- non risolve comunque la tua posizione: in Francia l’EPR va comunque regolarizzato e registrato a tuo nome
I paesi più severi in Europa: Germania, Francia, Spagna
Alcuni paesi europei hanno standard particolarmente rigidi in materia di EPR.
Se vendi nei marketplace e spedisci verso queste destinazioni, è altamente probabile che ti verranno richiesti i numeri corrispondenti.
Germania
La Germania è il paese con i controlli più severi e automatizzati.
Per gli imballaggi è obbligatoria l’iscrizione al registro LUCID e un contratto con un sistema collettivo.
I marketplace tedeschi (e Amazon in primis) bloccano rapidamente i prodotti se non rilevano un numero EPR valido.
Francia
La Francia applica l’EPR su moltissime categorie, anche settori non coperti da altri paesi.
Ogni venditore deve ottenere l’IDU (numéro d’identification unique) per ogni categoria rilevante.
Qui i marketplace sono particolarmente attenti: se i numeri mancano, Amazon può addirittura anticipare i contributi e addebitarli al venditore.
Spagna
In Spagna le regole EPR sono state rafforzate con la Ley 7/2022.
Molti seller non sanno che anche chi spedisce dall’estero deve registrarsi come “productor” nei registri spagnoli.
Diversi marketplace applicano controlli a campione, ma le verifiche stanno diventando sempre più frequenti.
Checklist pratica per vendere nei marketplace in regola con l’EPR
Per evitare blocchi improvvisi o richieste urgenti da parte dei marketplace, è utile seguire una procedura chiara e lineare.
Questa checklist ti aiuta a capire in pochi minuti se sei in regola.
- Verifica i paesi in cui spedisce la tua attività: Ogni paese → obblighi EPR diversi.
- Identifica le categorie di prodotti che vendi: Imballaggi, elettronica, batterie, tessili, mobili, ecc.
- Registrati nei registri nazionali richiesti: Esempio: LUCID (Germania), ADEME / eco-organizzazioni (Francia), registri spagnoli.
- Ottieni i numeri EPR per ogni categoria e paese: Possono essere uno o più numeri per prodotto e nazione.
- Scegli un sistema collettivo per ogni registrazione: Necessario per adempiere agli obblighi reali di riciclo.
- Carica i numeri EPR all’interno dei marketplace: Amazon, eBay, TikTok e gli altri hanno sezioni dedicate.
- Prepara i report annuali (obbligatori quasi ovunque): Comunica le quantità vendute → evita sanzioni e sospensioni future.
Caso reale: la tipica comunicazione inviata ai venditori
Le richieste EPR da parte dei marketplace arrivano quasi sempre tramite email o notifica interna.
Il contenuto varia a seconda della piattaforma, ma il tono è simile: “azione richiesta immediatamente”.
Ecco un esempio di come appaiono davvero queste comunicazioni.
Amazon
I venditori ricevono spesso un avviso in Seller Central con oggetto:
“Action required: Extended Producer Responsibility information missing”.
Il messaggio prosegue indicando:
- quali prodotti sono interessati
- quali numeri EPR mancano (imballaggi, WEEE, batterie)
- una data entro cui caricarli
- il rischio di rimozione immediata degli ASIN
Spesso i venditori scoprono il problema solo quando vedono gli articoli bloccati, perché Amazon non invia sempre più di un reminder.
Decathlon Marketplace
Decathlon tende a inviare comunicazioni più dirette e “formali”.
Un esempio tipico:
> “Per poter continuare a vendere sul nostro marketplace, è necessario fornirci i numeri EPR validi nei paesi in cui spedite i vostri prodotti.
> In assenza di tali informazioni, saremo costretti a sospendere la vostra attività.”
La scadenza è spesso molto breve — a volte 3–5 giorni — e chi non risponde rischia il blocco del catalogo.
eBay
eBay comunica attraverso il pannello venditori.
Il messaggio standard informa che, per determinate categorie, è obbligatorio fornire il numero EPR del paese in cui si vende.
Se i numeri non vengono caricati, eBay rimuove le inserzioni nelle regioni interessate.
Queste comunicazioni possono sembrare improvvise, ma in realtà riflettono un obbligo legale che i marketplace non possono più ignorare.
Quando conviene affidarsi a un consulente EPR
Gestire l’EPR da soli è possibile, ma richiede tempo, pazienza e una buona familiarità con le normative di ogni paese.
Per alcune attività, però, affidarsi a un consulente può evitare perdite di tempo e soprattutto blocchi di vendita.
Potrebbe essere utile chiedere supporto quando:
- vendi in più paesi europei (ogni paese ha regole, registri e sistemi collettivi diversi)
- tratti prodotti che rientrano in più categorie EPR (ad esempio elettronica + imballaggi + batterie)
- hai ricevuto una comunicazione urgente dal marketplace e rischi il blocco del catalogo
- non sai come scegliere il sistema collettivo perché costi, requisiti e scadenze cambiano molto da paese a paese
- non hai tempo di seguire i report annuali che per legge vanno inviati anche se le vendite sono state basse
L’obiettivo non è “pagare qualcuno per farlo al posto tuo”, ma assicurarsi che la tua attività online non venga interrotta da obblighi che ormai sono parte integrante della vendita sui marketplace.
Domande Frequenti
Sì.
L’EPR non riguarda la sede dell’azienda, ma il paese in cui arrivano i tuoi prodotti.
Se spedisci in Germania, Francia, Spagna o altri paesi europei, devi registrarti nei rispettivi sistemi EPR anche se operi da Regno Unito, Stati Uniti o Asia.
Per la legge, sei tu a “immettere il prodotto sul mercato” europeo.
Nella maggior parte dei casi sì.
Se il cliente finale si trova in un paese in cui l’EPR è obbligatorio, la responsabilità ricade su chi vende il prodotto — anche se la spedizione è gestita da un fornitore esterno.
L’EPR può diventare più complesso nel dropshipping internazionale, perché chi vende spesso non ha piena visibilità sulla filiera, ma la normativa rimane comunque applicabile.
Dipende dal paese, ma in tutta Europa le principali categorie sono tre:
- Imballaggi (sempre obbligatori per tutti i venditori)
- Elettronica e apparecchiature (WEEE)
- Batterie
Alcuni paesi includono anche categorie aggiuntive: mobili, tessili, giocattoli, prodotti per la casa, articoli sportivi, ecc.
I marketplace verificano soprattutto le categorie principali, ma la normativa può essere più ampia.
Se vendi solo nel mercato italiano a clienti italiani, l’EPR italiano è sufficiente.
Ma attenzione: vendere “solo in Italia” significa davvero che il tuo catalogo non è visibile o acquistabile su marketplace esteri, e che non realizzi spedizioni fuori dal territorio nazionale.
Molti venditori scoprono di essere considerati “cross-border” anche con poche vendite occasionali all’estero.